Mangiare bene ti fa lavorare meglio: lo dice la scienza!
Testo e ricetta a cura di Myriam Sabolla www.thefoodsister.it
Che il cibo sia uno dei veicoli di salute più potenti e importanti è risaputo e accettato ormai da tutti, senza mezzi termini: una sana alimentazione è un elemento fondamentale del benessere generale degli individui, viatico di longevità e pilastro di uno stile di vita sano.
Nonostante siamo coscienti e informati sull’importanza dell’alimentazione, spesso, nelle nostre lunghe giornate di lavoro, anche in smartworking, fatichiamo a dedicare la giusta attenzione a quello che mangiamo.
Pensaci: riceviamo continuamente consigli sulla postura corretta da tenere al computer, ci preoccupiamo (giustamente) di sgranchirci ogni tanto le gambe e magari fare una breve passeggiata, e non sia mai che lavoriamo in pigiama, è una pessima abitudine per il nostro umore!
Eppure poi ci riduciamo a mangiare qualcosa di raffazzonato durante la pausa pranzo (sempre ammesso che le facciamo, le pause!), mentre rispondiamo alle mail o seguiamo una call, oppure a bere caffè freddi perché miseramente dimenticati nel flusso del lavoro.
La verità è che se “siamo quello che mangiamo”, possiamo affermare con certezza che lavoriamo come mangiamo: mangiare bene, infatti, non solo ci permette di essere più in salute, evitare i rischi connessi all’eccesso ponderale e all’obesità, ma influenza direttamente il nostro umore – attraverso il microbiota, ovvero l’insieme dei batteri che colonizzano il nostro intestino – e la nostra produttività.
La produttività è un circolo virtuoso
Quando pensiamo ai fattori che contribuiscono alle nostre performance sul lavoro, raramente prestiamo attenzione al cibo, che, spesso, diventa semplicemente la benzina che ci fa andare avanti. Quello che mangiamo, però, fa molto più di quanto pensiamo.
Il cibo ha un impatto diretto sulle nostre performance cognitive. Può davvero fare la differenza, migliorando la concentrazione, l’attenzione, le capacità di problem solving. L’alimentazione, inoltre, non influisce solo sul nostro umore e sui livelli di energia, ma ha un impatto anche sulla creatività.
Gli studi scientifici che hanno analizzato questo legame ci permettono di elencare, in sintesi, tre modi in cui il cibo influenza direttamente la produttività:
- Fornisce direttamente il “carburante” che serve al nostro cervello per funzionare, ovvero il glucosio.
- Può contenere nutrienti che hanno effetti positivi sul nostro benessere e sul nostro umore (tra questi, le vitamine C ed E, i folati e gli acidi grassi Omega-3).
- Ha un impatto sulla qualità della vita, in generale, e sulla produttività globale. Numerosi studi hanno indicato infatti che la scarsa salute dei lavoratori è una delle principali cause di diminuzione della produttività in tutto il mondo (vd. Christopher Wanjek, “Food at Work. Workplace solution for malnutrition, obesity and chronic diseases”, International Labour Office, Ginevra, 2005).
Infatti, mentre la malnutrizione può avere un impatto sul modo in cui gli adulti lavorano nelle nazioni in via di sviluppo, l’obesità e i problemi di salute correlati possono avere un impatto anche sulle persone nei paesi sviluppati, provocando stanchezza, scarsa efficacia mentale, irritabilità, bassi livelli di energia e livelli più elevati di stress e depressione.
Insomma, mangiare bene può fare bene a tutti. Si tratta di provare a cambiare qualche abitudine, un passo alla volta.
Insalata di crucifere e melograno
Da dove cominciare? Dalla cucina! Mettiti subito alla prova con una ricetta ricchissima di proprietà nutrizionali eccellenti per il nostro benessere e il nostro cervello.
Qui trovi infatti:
- Le crucifere, ovvero la verdura della stessa famiglia di cavoli (verza, cappuccio, cavolfiore, cavolo nero, cavolo riccio), rape, ravanelli, rafano, rucola. Sono ricchi di micronutrienti che ci aiutano a contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi (antiossidanti). Sono ricchi anche di sali minerali, fibre e una notevole quantità di vitamina C: possono sostenere il sistema immunitario e di proteggerci dalle infiammazioni che sono all’origine di diverse patologie.
- Il melograno, anch’esso ricco di antiossidanti e vitamina C
- I semi di zucca: considerati i “parenti poveri” della famiglia dei semi oleosi, sono in realtà un alimento molto nutriente e contengono principi attivi davvero unici. Sono composti da grassi per circa il 50%, da carboidrati per il 24% e per circa il 18% da proteine. Ricchi di minerali come il magnesio, zinco e selenio, i semi di zucca sono anche integratori naturali alimentari di fosforo. Molto elevato anche il contenuto di vitamina E, ma soprattutto di cucurbitina, un prezioso amminoacido dalle proprietà curative e vermifughe conosciute sin dall’antichità.
Ingredienti per 4 persone
- 1 mazzo di cavolo nero, lavato
- 300 g di cavoletti di bruxelles, lavati e privati delle foglie più esterne
- 6 pomodori secchi sott’olio, tagliati a filetti
- 100 g di semi di zucca tostati
- I semi di un melograno
- Il succo di 1 limone
- Sale e pepe
- Olio extravergine d’oliva
- Aceto balsamico
Procedimento
- Priva il cavolo nero della costa centrale, taglialo a pezzi di circa 1 cm di larghezza e massaggialo con olio, sale, e succo di limone in una ciotola, per circa 5 minuti: dovrà ridursi di volume e risultare molto morbido.
- Taglia i cavoletti di bruxelles molto sottili (circa 2 mm) con un coltello o una mandolina.
- Unisci tutti gli ingredienti altri e condisci con sale, pepe, aceto balsamico e olio.